Come abbiamo già precisato nella spiegazione sul Whisky scozzese, la nascita di questo distillato è incerta e all’apparenza si può subito notare la differenza del nome che in Scozia è Whisky, mentre in Irlanda è Whiskey. Entrambi i paesi si litigano la paternità del distillato, ma possiamo ritenere che la leggenda del frate John Corr del 1494 abbia forti radici. La storia vuole che abbia prodotto circa 12.000 botti glie di whiskey per re Giacomo IV. Storia altrettanto plausibile quella di San Patrizio che in suo pellegrinaggio in terra santa avrebbe portato con se un alambicco imparando la tecnica dagli arabi.
Tralasciando le possibili storie sulla nascita del Whiskey, le sostanziali differenze che ci sono tra i due paesi britannici riguardano innanzitutto la materia prima. In Irlanda infatti viene utilizzato orzo non maltato unito a grano, segale, avena e mais. La presenza di orzo non maltato fa si che il prodotto finale sia meno corposo, rispetto a quello scozzese, e quindi più morbido. Solitamente è necessaria una tripla distillazione per eliminare la quantità di impurità che risulta maggiore vista la presenza di orzo. non germinato La prima distillazione avviene in alambicco con colonne a piatti, i cereali inseriti nell’alambicco passano tra i vari piatti traforati che con il calore fanno salire il vapore alcolico. L’alcol ottenuto sarà destinato ad una seconda distillazione all’interno di alambicco discontinuo. La terza ed ultima distillazione gli darà anche la gradazione alcolica maggiore e rilascerà il prodotto finale. La differenza che c’è tra questa lavorazione e quella scozzese, deriva dal fatto che anche gli stessi alambicchi sono differenti. Quelli scozzesi infatti sono più grandi e più alti, rispetto a quelli irlandesi.
L’altra importante differenza è l’assoluta mancanza di torba che nella produzione scozzese è elemento fondamentale. La torba è presenta anche in Irlanda, ma gli irlandesi preferiscono usare il carbone dando un sentore totalmente diverso da quello scozzese, non più torbato e affumicato, ma maggior sentore di legno e malto. Per quanto riguarda l’invecchiamento, avendo un carattere dolce, i Whiskey irlandesi vengono invecchiati da un minimo di tre anni ad un massimo di dodici. Questo gli conferisce un bouquet con sentori più giovani e floreali.
MAGGIORI DISTILLERIE
Bushmills: la storia vuole che sia la più antica distilleria del mondo. Sorge infatti nel 1608 quando re Giacomo I gli rilascia una licenza. Per quanto riguarda l’invecchiamento, questo avviene in botti di rovere. Alla Old Bushmills utilizzano botti che in precedenza hanno contenuto Sherry Oloroso, Bourbon o Porto. Sarà poi il master blender, il mastro distillatore, a procedere alla miscelatura, ultimo atto prima dell’imbottigliamento.
Jameson: un altro dei principali whiskey irlandesi veniva distillato a Dublino per la prima volta nel 1780 è attualmente il più venduto al mondo. La distilleria fu fondata da John Jameson e con il tempo la famiglia si unì ad un’altra importanza famiglia produttrice di Scotch Whisky accrescendo la propria produzione. La caratteristica del Jameson è che l’orzo viene fatto asciugare in un essiccatoio chiuso e riscaldato con carbone di pura antracite per preservare il suo chiaro sapore di malto.
Tullamore: un altro dei maggiori prodotti è il Tullamore Dew, la sua distilleria occupava quasi la metà del paese ed era situata lungo un canale che portava fino al mare garantendo anche un ottimo percorso per la spedizione delle casse di whiskey. La distilleria sorge nel 1829, ma nel 1963 venne chiusa. Oggi è prodotto presso la distilleria New Midleton di proprietà della Pernod-Ricard anche se alcuni Single Malt sono prodotti presso la distilleria indipendente Cooley.